Linda Rigotti
Linda Rigotti
Illustrazione, disegno, grafica, riprese e editing video, fotografia.
“Focalizzare una direzione è l’unica via, scegliere il sentiero, tracciare il percorso, puntare alla cima e muovere il proprio corpo verso di lei per proseguire oltre. Valicare. Oppure fare di quello sguardo una contemplazione, viatico verso spazi ulteriori, interiori che si congiungono nell’immagine che sta al centro (simbolica centralità, meta, sud). Le rocce, l’acqua, i movimenti della terra, le viscere. Le mie, le sue, e quelle delle persone là vivono.”
Da 10 anni la mia ricerca artistica si è sviluppata intorno all’osservazione di uomo e natura e ai modi in cui entrano in collisione in un determinato universo.
vimeo.com/lindarigotti
Festival MiW II edizione
OPERA:
“com licençia”
di Elisa D’Errico e Linda Rigotti
Ci sono ancora non piangere + 7 piante, 3 rose, 1 disegno, 5 fotocopie, uno spazio,1 candela, due corpi, una macchina fotografica, terra, 12 pietre, un ricordo, semi vari.
Una fotografa dentro uno spazio. Documentare un’azione.
TECNICA:
una tv/monitor
una sedia
SINOSSI:
L’azione riproduce il concetto del lavoro “Metessi” di Elisa D’Errico nel quale il corpo dell’artista viene definito (si colora) del suo lavoro, ma con elementi diversi, quelli utilizzati da Linda Rigotti.
L’azione è stata pensata nel chiostro ed in particolare nel quadrato al centro. L’artista e la fotografa entrano in scena assieme. Si tolgono le scarpe prima di entrare nella “stanza” dell’artista.
La scena, l’installazione, che sarà presente, sarà composta da: un comodino sul quale c’è una candela, a terra un piccolo quadro raffigurante una Madonna con bambino, alcune fotocopie del lavoro dell’artista; una sedia sulla quale sarà appoggiato un vestito da sposa, una coroncina da sposa, alcuni orologi da taschino e delle fotografie (elementi del lavoro dell’artista); delle pietre, un sacco di terra, un contenitore con dei semi e al centro, nel pozzo, alcune piante con tre rose. A terra un televisore.
L’artista entra in scena, in quello che dovrà sembrare il suo spazio di lavoro. Appoggia il quadretto sul comodino, accende la candela e mette una rosa accanto a loro. Osserva. Si guarda attorno. Accende la tv dove scorrerà un suo video girato in un bosco. Inizia a spostare le pietre per delineare un perimetro rettangolare (letto). Inizia a spargere la terra al suo interno. Si ferma per scrivere una frase su di un cartone con un pennarello nero: “ Ci sono ancora, non piangere”. Prosegue a preparare il letto con la terra e appoggia il cartello sul fondo del letto. Appoggia le foto (di famiglia) accanto al letto con altri oggetti (installazione). Mescola i semi e se ne mette alcuni in bocca. Con i semi in bocca inizia a mettersi il vestito da sposa, si fa aiutare da una persona del pubblico a chiuderlo. Va da un’altra persona del pubblico (o più d’una..) e, con la bocca, gli mette i semi in una mano e nell’altra un biglietto chiuso con un messaggio. Altri semi in bocca. Viene accesa una sveglia che dopo un paio di minuti suona. È il momento di seminare/sputare i semi nel letto, calpestarli e stendersi su/dentro di lui: terra addosso. Vestita da sposa per un “matrimonio” con il proprio lavoro. La persona che è stata scelta (quella con i semi in mano) si avvicina e si inginocchia dietro la “sposa” che si piegherà su di lei: Madonna col bambino/pietà. La donna che abbraccia farà un segno di silenzio. Silenzio. Fine.
Tutta l’azione sarà “documentata” dalla fotografa che a suo piacimento entrerà e uscirà dallo “spazio dell’artista” indagandone i movimenti.
Il lavoro sarà completato il giorno seguente quando all’installazione che ne resterà (comodino, sedia, oggetti, letto..) verranno aggiunte le foto scattate durante l’azione.